Il territorio dell’Alta Valsugana custodisce alcuni fra i giacimenti minerari più importanti del Trentino.
Questa ricchezza è conosciuta dalla Preistoria e ha attratto minatori locali e maestranze specializzate d’oltralpe per tutto il Medioevo e fino al secolo scorso. Si estraevano rame, argento, piombo, zinco e poi minerali industriali come quarzo, fluorite barite.Tutto il territorio faceva parte del Distretto di Pergine, una delle più estese giurisdizioni minerarie dell’attuale Trentino Alto Adige.
Dopo la chiusura delle ultime miniere (intorno agli ’70 del XX secolo) gli accessi al sottosuolo sono diventati meta di molti collezionisti di minerali, che hanno portato alla luce splendidi cristalli.
Per mantenere la memoria di questo patrimonio storico, tanto affascinante quanto difficile da valorizzare per la pericolosità dei siti minerari e il loro rapido ritorno alla natura, molte realtà locali hanno realizzato siti espositivi, piccoli musei, o come nel nostro caso ecomusei.
Dal 2015 queste realtà dell’Alta Valsugana, sostenute dalla Comunità di Valle, hanno attivato un progetto di collaborazione per promuovere unitariamente le iniziative per il pubblico e rendere la storia mineraria un volano per lo sviluppo turistico locale.
Il progetto prevede la realizzazione di materiale promozionale comune e di eventi per il pubbblico a tema minerario, oltre alla mappatura con Open Street Map delle tracce dell’attività estrattiva, la realizzazione e mappatura di percorsi tematici, la creazione di un archivio dei documenti che riguardano il Distretto minerario di Pergine.
Nel 2022 il Comune di Pergine, in collaborazione con l’Ecomuseo Argentario, ha pubblicato il volume Le Miniere del Distretto di Pergine – Il Parco Miniere Lagorai, che presenta i dati inediti del progetto Memoria Mineraria.